Il valore umano: coltivare l'Umanità autentica ai tempi dell'intellgenza artificiale
La tecnologia ha indubbiamente trasformato le nostre vite, offrendo innumerevoli vantaggi che migliorano la nostra produttività e la qualità della vita. Tuttavia, questo progresso ha anche aperto dibattiti significativi riguardo all'impatto che ha sulle nostre relazioni interpersonali e sulla nostra esperienza umana. In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, è fondamentale riscoprire e coltivare ciò che ci rende umani.
Francesca Peruzzi
7/20/20256 min read
L' importanza di preservare l'Umanità nell'era della tecnologia generativa.
La tecnologia ha indubbiamente trasformato le nostre vite, offrendo innumerevoli vantaggi che migliorano la nostra produttività e la qualità della vita. Tuttavia, questo progresso ha anche aperto dibattiti significativi riguardo all'impatto che ha sulle nostre relazioni interpersonali e sulla nostra esperienza umana.
In un’epoca caratterizzata da comunicazioni istantanee e intelligenza artificiale, è fondamentale riflettere su come queste innovazioni influiscano sulle nostre relazioni, emozioni e sul nostro senso di creatività.
Una delle conseguenze più evidenti dell'accelerazione tecnologica è la modifica delle relazioni umane. La connessione virtuale, sebbene immediata, può ridurre la profondità delle interazioni e minare la qualità delle nostre relazioni. Inoltre, la tecnologia influisce profondamente sulla nostra vita emozionale. La dipendenza dagli schermi e dai dispositivi può limitare la nostra capacità di vivere momenti di presenza. In questo contesto, è vitale riconoscere l'importanza del bilanciamento tra un uso produttivo della tecnologia e la tutela del nostro benessere e dei nostri bisogni relazionali.
Riscoprire l’umano di fronte al progresso tecnologico implica un ritorno a pratiche che nutrono il nostro spirito e che stimolano il nostro sviluppo personale, come l'arte, la connessione con la natura e l'interazione sociale autentica. Affrontare le sfide imposte dalla tecnologia richiede un impegno consapevole a preservare gli elementi che ci rendono umani, un passo che potrebbe non solo migliorare le nostre vite personali, ma anche contribuire a una società più umana, empatica e creativa.
Empatia: mantenere e rafforzare l’umanità attraverso connessioni autentiche
Il neuroscienziato Vittorio Gallese ha mostrato come i neuroni specchio siano alla base della nostra capacità di empatia incarnata: non comprendiamo solo con la mente, bensì con il corpo. Quando osserviamo qualcuno che sorride o soffre, il nostro cervello “risonante” ci permette di sentire insieme a lui. Da qui nasce l’importanza delle relazioni vere, faccia a faccia, sguardo condiviso, dialogo aperto, perché mantenere la nostra umanità significa lasciare che l’altro ci tocchi profondamente, non attraverso uno schermo o un algoritmo, ma con la presenza viva e vulnerabile.
Nell'era della tecnologia, dove la comunicazione avviene spesso attraverso schermi e dispositivi, l'empatia emerge come una competenza fondamentale per costruire relazioni autentiche. L'empatia, la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, gioca un ruolo cruciale nel delineare interazioni significative sia nella sfera personale che professionale.
Quando ci si impegna ad ascoltare gli altri in modo autentico, si dimostra rispetto e riconoscimento per le loro esperienze, creando un ambiente in cui le persone si sentono accolte e valorizzate. Questo tipo di ascolto profondo non solo favorisce una comunicazione più aperta, ma contribuisce anche a costruire una cultura di collaborazione. L'empatia ha un impatto significativo sulle dinamiche interpersonali e lavorative. La comprensione reciproca porta a una maggiore tolleranza e a una risoluzione più efficace dei conflitti, consentendo di affrontare le sfide con accettazione e cooperazione.
Creatività ed espressività: qualità differenziali umane.
In un'epoca contrassegnata dall'ascesa della tecnologia e dall'automazione, la creatività emerge come un elemento fondamentale dell'esperienza umana.
L’intelligenza artificiale può imitare, calcolare, generare pattern, ma restano territori nei quali il gesto umano è unico: l’atto creativo, l’opera espressiva, il salto immaginativo. Gallese sottolinea come l’esperienza estetica condivisa, l’arte vista e vissuta insieme, attivi circuiti viscerali nei cervelli di chi guarda, suscitando emozioni profonde e collettive. È in questo gesto creativo che dimorano l’originalità, l’imprevisto e la libertà umana.
L’essere umano progetta perché ha bisogni morali, desideri, sogni, mentre le IA rispondono a dati e istruzioni. La libertà creativa, il senso condiviso, l’immedesimazione corporea ci rendono davvero umani. Progettare significa anche custodire quei momenti di vulnerabilità e autenticità che nessuna macchina può riprodurre pienamente.
Il nostro progetto Moving Mind: culturale, artistico, sociale diventa così una prassi vibrante, capace di elevare l’essere umano oltre la routine automatica.
Le macchine ci sostituiranno? Cosa ci rende umani rispetto all’intelligenza artificiale?
Secondo Gallese, l’essere umano è parte integrante del mondo naturale, ma a differenza delle altre creature viventi, fa qualcosa di profondamente diverso.
"L’essere umano è un essere neotenico, cioè nasce immaturo, e gran parte dello sviluppo di ciò che definiamo la nostra identità avviene dopo la nascita, in un mondo di relazioni [...] Gran parte dello sviluppo del nostro cervello avviene in un mondo di relazioni, quindi l’alterità, la necessità e la dipendenza dall’altro sono una cifra caratteristica dell’umano. Noi per diventare chi siamo abbiamo bisogno dell’altro. [...]Siamo esseri profondamente relazionali, prima del tu arriva il noi; la dimensione sociale. La relazione è fondamentale.
Riscoprire la Presenza Corporea: il valore della connessione fisica
La mente è incarnata, siamo esseri relazionali.
(V.Gallese)
Riscoprire la presenza corporea si rivela fondamentale per mantenere relazioni umane autentiche e significative. La fisicità nelle interazioni gioca un ruolo cruciale nel rafforzare i legami interpersonali, poiché consente di percepire un sentire che oltrepassa le parole, oltre al linguaggio del corpo e le espressioni facciali.
La presenza corporea genera risonanze, empatia e un senso di connessione e potenziale collaborazione. Valorizzarla nelle nostre vite e incontrarsi in spazi di crescita condivisa permette di riscoprire l'umanità in un mondo tecnologico, di tessere nuove relazioni, riscoprire risorse personali e sperimentarsi.
Esperienze trasformative: coltivare l'Umanità insieme
I workshop e le attività progettate per promuovere la connessione umana, la consapevolezza e lo sviluppo personale rappresentano un'opportunità unica per le persone di ritrovarsi e crescere insieme. L'uomo ha viscerale bisogno di appartenenza e relazione e di esprimere il proprio potenziale.
Credo fermamente che il benessere autentico condiviso ci possa sostenere, poichè tutti abbiamo il diritto a fiorire. Desidero contribuire attivamente alla costruzione di comunità caratterizzate dalla presenza, l'inclusione, il supporto e la comprensione reciproca.
La condivisione di esperienze e l'apprendimento collettivo possono generare un forte senso di appartenenza e accettazione, elementi cruciali per combattere l'isolamento spesso percepito nella società moderna. Utilizzando metodologie diverse, i workshop incentivano l'auto-riflessione e la crescita personale, invitando i partecipanti a esplorare le proprie emozioni e a instaurare connessioni significative.
In considerazione di questi aspetti, Moving Mind offre spazi e strumenti essenziali per promuovere una cultura di umanità e collaborazione in un mondo sempre più tecnologico. Attraverso l'impegno condiviso, le persone non solo possono sviluppare le proprie potenzialità, ma contribuiscono anche a creare una comunità più coesa e interconnessa.
Conclusioni: un futuro umano al centro
Nel contesto attuale, caratterizzato da progressi tecnologici senza precedenti, è essenziale riappropriarsi dell'autenticità, dell'empatia, della presenza condivisa e della creatività. Questi valori non solo arricchiscono il nostro benessere personale, ma sono anche fondamentali per costruire una società più unita e inclusiva. L'integrazione della tecnologia nella nostra vita quotidiana non può e non deve risultare in una disumanizzazione delle relazioni e delle interazioni. Al contrario, dovrebbe servire a potenziare la nostra capacità di comprendere e connetterci con gli altri.
Incoraggiare veri legami umani è cruciale, siamo chiamati a riflettere su come le nostre scelte personali e professionali possano riflettersi nel panorama sociale più ampio. Ogni azione, anche la più piccola, può contribuire a un futuro in cui l'umanità e il rispetto per la natura torna al centro.
È importante, quindi, coinvolgere le generazioni future in questo processo di ri-scoperta dell'umanità. Investire in iniziative che promuovano la creatività e l'innovazione significa dare ai giovani gli strumenti necessari per affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso. Creare spazi in cui le idee possano prosperare e dove l'autenticità sia valorizzata permette di sviluppare una comunità più forgiata verso il bene comune.
Favorendo un approccio proattivo nella costruzione di relazioni genuine e nell'implementazione di sforzi collettivi, possiamo lavorare insieme per progettare un futuro in cui la tecnologia favorisce l'umanità e non la sostiutisce. Questo compito richiede a tutti di diventare attivi partecipanti ai cambiamenti significativi che vogliamo vedere, ponendo sempre, in cima all'agenda, il valore intrinseco dell'essere umano.
Moving Mind non è solo pianificazione : è visione, movimento, creazione di senso. È nel desiderio di far emergere qualcosa che va oltre il performante che l’essere umano manifesta la sua autentica presenza.
Psicologa, Artista, Wellbeing & Creative director - Founder of Moving Mind.
Alcuni riferimenti bibliografici per chi desidera approfondire:
Gallese, V., & Sinigaglia, C. (2011). Being Like Me: Self-Other Identity, Mirror Neurons, and Empathy. Phenomenology and the Cognitive Sciences.
Gallese, V. (2007). Before and below “theory of mind”: embodied simulation and the neural correlates of social cognition. Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences.
Gallese, V. (2014). Neuroscienze, estetica e arte: un incontro possibile. In La conoscenza estetica, edited by G. Bignardi. Mimesis Edizioni.
Gallese, V. (2018). Embodied Simulation and Intersubjectivity. In Embodiment, Enaction, and Culture, edited by L. Shapiro. MIT Press.
Rizzolatti, G., & Gallese, V. (2004). Neurons That Read Minds. Scientific American.
«Non ci limitiamo a modificare il mondo per adattarci, come gli animali, ma siamo creature a cui il mondo fisico in cui viviamo non basta. Ci creiamo mondi paralleli, come la letteratura e l’arte.»
Gallese si interroga su cosa ci renda davvero diversi e cosa significhi essere umani sottolineando che il cervello è necessario ma non sufficiente per spiegare chi siamo e la mente non si trova solo nella testa. A differenza dell’intelligenza artificiale, l’essere umano non è solo intelligenza, ma anche limite, fragilità e debolezza, dimensioni sconosciute alle macchine. Noi abbiamo la fantasia, la creatività, la capacità di animare. Le esperienze creative vanno oltre il linguaggio.
Parlando del linguaggio come tecnologia cognitiva straordinaria, Gallese osserva come questa "invenzione" abbia portato con sé un dualismo: dotandoci del verbo avere siamo soliti dire "ho un corpo", il che implica che l’io è diverso dal corpo che possiede. Il dualismo mente-corpo ha separato ciò che invece è unito. L’umanità non è fatta solo di intelligenza e linguaggio, siamo esseri relazionali dotati di affettività.